mercoledì 28 settembre 2011
venerdì 15 luglio 2011
Voices of Indian Women_Anteprima
“Voci di donne Indiane” (Voices of Indian Women) è un progetto nato con la speranza di documentare la visibile condizione di minorità delle donne a confronto con la società sciovinista in India.
Ogni giorno in India le donne vengono sfruttate, vendute, abusate e costrette ad una vita di violenza.
Un gran numero di organizzazioni non governative, insieme ad alcuni progetti governativi, lavorano per aiutare le vittime,che sono sia bambine che adulte.
Le loro voci non vengono mai ascoltate.
Voices of Indian Women è un progetto nato con lo scopo di ascoltare queste voci,senza tramiti o filtri.
Marta Gabrieli e Francesca Zoppi sono le fondatrici del progetto.Durante il loro viaggio in India nel mese di Giugno 2011, in città come nelle zone rurali, hanno dato parola alle donne indiane,con rispetto e senza forzature,ascoltando quello che spontaneamente avevano voglia di confidargli,collaborando al fine di far arrivare in Occidente le loro storie e i loro messaggi. Hanno esplorato quell’universo femminile dove i diritti umani vengono negati, documentando questa condizione attraverso interviste,fotografie, e video.
Oggi 15 Luglio presso la libreria Tuba Bazar a Roma,che gentilmente Le ospiterà,si terrà una piccola anteprima del lavoro svolto.
Ogni giorno in India le donne vengono sfruttate, vendute, abusate e costrette ad una vita di violenza.
Un gran numero di organizzazioni non governative, insieme ad alcuni progetti governativi, lavorano per aiutare le vittime,che sono sia bambine che adulte.
Le loro voci non vengono mai ascoltate.
Voices of Indian Women è un progetto nato con lo scopo di ascoltare queste voci,senza tramiti o filtri.
Marta Gabrieli e Francesca Zoppi sono le fondatrici del progetto.Durante il loro viaggio in India nel mese di Giugno 2011, in città come nelle zone rurali, hanno dato parola alle donne indiane,con rispetto e senza forzature,ascoltando quello che spontaneamente avevano voglia di confidargli,collaborando al fine di far arrivare in Occidente le loro storie e i loro messaggi. Hanno esplorato quell’universo femminile dove i diritti umani vengono negati, documentando questa condizione attraverso interviste,fotografie, e video.
Oggi 15 Luglio presso la libreria Tuba Bazar a Roma,che gentilmente Le ospiterà,si terrà una piccola anteprima del lavoro svolto.
mercoledì 13 aprile 2011
Prima di Primavera
Prima di primavera ci sono dei giorni
che alita già sotto la neve il prato,
che sussurrano i rami disadorni,
e c'è un vento tenero ed alato.
Il tuo corpo si muove senza pena,
la tua casa non ti par più quella,
tu ricanti una vecchia cantilena,
e ti sembra ancor tanto bella...
Anna Achmatova
lunedì 11 aprile 2011
Regole del gioco per uomini che vogliono amare donne.
L’uomo che mi ami
dovrà saper aprire il velo della pelle,
scoprire la profondità dei miei occhi
e conoscere quello che si annida in me,
la rondine trasparente della tenerezza.
L’uomo che mi ami
non vorrà possedermi come una mercanzia,
né esibirmi come un trofeo di caccia,
saprà stare al mio fianco
con lo stesso amore
con il quale io starò al suo.
L’amore dell’uomo che mi ami
sarà forte come gli alberi di ceibo,
protettivo e sicuro come quelli,
limpido come una mattina di dicembre.
L’uomo che mi ami
non dubiterà del mio sorriso
né temerà l’abbondanza dei miei capelli,
rispetterà la tristezza, il silenzio
e con carezze toccherà il mio ventre come chitarra
perché sgorghi musica ed allegria
dal profondo del mio corpo.
L’uomo che mi ami
potrà trovare in me
l’amaca dove riposare
il pesante fardello delle sue preoccupazioni,
l’amica con cui dividere i suoi segreti più intimi,
il lago dove nuotare
senza paura a che l’ancora del compromesso
gli impedisca di volare quando gli succeda d’essere uccello.
L’uomo che mi ami
farà poesia con la sua vita,
costruendo ogni giorno
con lo sguardo posto al futuro.
Però, sopra ogni cosa,
L’uomo che mi ami
dovrà amare il popolo
non come una parola astratta
estratta dalla manica,
ma come qualcosa di reale, concreto,
al quale rendere omaggio con azioni
e dare la vita se è necessario.
L’uomo che mi ami
riconoscerà il mio viso nella trincea
ginocchio in terra mi amerà
mentre spariamo insieme
contro il nemico.
L’amore del mio uomo
non conoscerà la paura del darsi,
né temerà scoprirsi alla magia dell’innamoramento
in una piazza piena di gente.
Potrà gridare - ti amo -
o mettere striscioni dall’alto delle case
proclamando il suo diritto a sentire
il più bello e umano dei sentimenti.
L’amore del mio uomo
non fuggirà dalle cucine,
né dai panni del figlio,
sarà come un vento fresco
portando via tra le nubi del sogno e del passato,
le debolezze che, per secoli, ci hanno tenuti separati
come esseri di distinta statura.
L’amore del mio
non vorrà definirmi o etichettarmi,
mi darà aria, spazio,
alimento per crescere ed essere migliore,
come una Rivoluzione
che faccia di ogni giorno
l’inizio di una nuova vittoria.
mercoledì 6 aprile 2011
Io non ho bisogno di denaro - Alda Merini
Io non ho bisogno di denaro.Ho bisogno di sentimenti,di parole, di parole scelte sapientemente,di fiori detti pensieri,di rose dette presenze,di sogni che abitino gli alberi,di canzoni che facciano danzare le statue,di stelle che mormorino all'orecchio degli amanti....Ho bisogno di poesia,questa magia che brucia la pesantezza delle parole,che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.
Io non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all'orecchio degli amanti....
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.
martedì 22 marzo 2011
Ah, tu pensavi che anch’io fossi una
Ah, tu pensavi che anch’io fossi una
che si possa dimenticare
e che si butti, pregando e piangendo,
sotto gli zoccoli di un baio.
che si possa dimenticare
e che si butti, pregando e piangendo,
sotto gli zoccoli di un baio.
O prenda a chiedere alle maghe
radichette nell’acqua incantata,
e ti invii il regalo terribile
radichette nell’acqua incantata,
e ti invii il regalo terribile
Sii maledetto. Non sfiorerò con gemiti
o sguardi l’anima dannata,
ma ti giuro sul paradiso,
sull’icona miracolosa
e sull’ebbrezza delle nostre notti ardenti:
mai più tornerò da te.
o sguardi l’anima dannata,
ma ti giuro sul paradiso,
sull’icona miracolosa
e sull’ebbrezza delle nostre notti ardenti:
mai più tornerò da te.
Anna Achmatova
lunedì 21 marzo 2011
Diario di Rondine
Ti svegli al buio nella più assoluta incoscienza. Dove sono, che cosa è successo? Per un istante la memoria è cancellata. Non capisci più se sei un bambino o un adulto, un uomo o una donna, colpevole o innocente. Le tenebre sono quelle della notte o di una prigione?
Capisci solo una cosa, e tanto più intensamente dal momento che è il tuo unico bagaglio: sei vivo. Più di così non lo sei mai stato: sei vivo e basta. In che consiste la vita all'interno di questa frazione di secondo in cui hai il raro privilegio di non avere identità?
In questo: hai paura.
Non c'è libertà più grande di questa breve amnesia del risveglio. Sei un neonato che conosce il linguaggio. Puoi assegnare un vocabolo alla scoperta senza nome della nostra nascita: sei scaraventato nel terrore della vita.
Durante questo intervallo di pura angoscia, non ti ricordi nemmeno che al risveglio è possibile che si verifichino simili fenomeni. Ti alzi, cerchi la porta, ti senti smarrito come in albergo.
E poi i ricordi reintegrano il corpo in un baleno restituendogli quanto gli fa da anima. Ti senti rassicurato e deluso: dunque sei questo, dunque sei solo questo.Subito ritrovi la geografia della tua prigione. La mia stanza sfocia nel lavabo, dove mi inondo d'acqua gelata. Cosa cerchi di sfregarti via dal volto, con tutta quell'energia e quel freddo?
Poi riparte il tran tran. A ciascuno il suo: caffè-sigaretta, tè-toast o cane-guinzaglio, il percorso di tutti è organizzato in modo che si abbia meno paura possibile.In realtà, passiamo il nostro tempo a lottare contro il terrore della vita. Per sfuggirgli, inventiamo definizioni: mi chiamo tizio, sgobbo per conto di caio, il mio lavoro consiste nel fare questo e quello.
Sotterranea, l'angoscia avanza con il suo lavoro di trincea. La sua voce non si può completamente imbavagliare. Credi di chiamarti tizio, che il tuo lavoro consista nel fare questo e quello ma al risveglio niente di tutto ciò esisteva. E può darsi che davvero non esista. (Amélie Nothomb)
Capisci solo una cosa, e tanto più intensamente dal momento che è il tuo unico bagaglio: sei vivo. Più di così non lo sei mai stato: sei vivo e basta. In che consiste la vita all'interno di questa frazione di secondo in cui hai il raro privilegio di non avere identità?
In questo: hai paura.
Non c'è libertà più grande di questa breve amnesia del risveglio. Sei un neonato che conosce il linguaggio. Puoi assegnare un vocabolo alla scoperta senza nome della nostra nascita: sei scaraventato nel terrore della vita.
Durante questo intervallo di pura angoscia, non ti ricordi nemmeno che al risveglio è possibile che si verifichino simili fenomeni. Ti alzi, cerchi la porta, ti senti smarrito come in albergo.
E poi i ricordi reintegrano il corpo in un baleno restituendogli quanto gli fa da anima. Ti senti rassicurato e deluso: dunque sei questo, dunque sei solo questo.Subito ritrovi la geografia della tua prigione. La mia stanza sfocia nel lavabo, dove mi inondo d'acqua gelata. Cosa cerchi di sfregarti via dal volto, con tutta quell'energia e quel freddo?
Poi riparte il tran tran. A ciascuno il suo: caffè-sigaretta, tè-toast o cane-guinzaglio, il percorso di tutti è organizzato in modo che si abbia meno paura possibile.In realtà, passiamo il nostro tempo a lottare contro il terrore della vita. Per sfuggirgli, inventiamo definizioni: mi chiamo tizio, sgobbo per conto di caio, il mio lavoro consiste nel fare questo e quello.
Sotterranea, l'angoscia avanza con il suo lavoro di trincea. La sua voce non si può completamente imbavagliare. Credi di chiamarti tizio, che il tuo lavoro consista nel fare questo e quello ma al risveglio niente di tutto ciò esisteva. E può darsi che davvero non esista. (Amélie Nothomb)
Il mio passato - Alda Merini
Spesso ripeto sottovoceche si deve vivere di ricordi soloquando mi sono rimasti pochi giorni.Quello che e’ passatoe’ come se non ci fosse mai stato.Il passato e’ un laccio chestringe la gola alla mia mentee toglie energie per affrontare il mio presente.Il passato e’ solo fumodi chi non ha vissuto.Quello che ho gia’ vistonon conta piu’ niente.Il passato ed il futuronon sono realta’ ma solo effimere illusioni.Devo liberarmi del tempoe vivere il presente giacche’ non esiste altro tempoche questo meraviglioso istante
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