martedì 22 marzo 2011

Ah, tu pensavi che anch’io fossi una


Ah, tu pensavi che anch’io fossi una
che si possa dimenticare
e che si butti, pregando e piangendo,
sotto gli zoccoli di un baio.
O prenda a chiedere alle maghe
radichette nell’acqua incantata,
e ti invii il regalo terribile
Sii maledetto. Non sfiorerò con gemiti
o sguardi l’anima dannata,
ma ti giuro sul paradiso,
sull’icona miracolosa
e sull’ebbrezza delle nostre notti ardenti:
mai più tornerò da te.

Anna Achmatova

lunedì 21 marzo 2011

Diario di Rondine

Ti svegli al buio nella più assoluta incoscienza. Dove sono, che cosa è successo? Per un istante la memoria è cancellata. Non capisci più se sei un bambino o un adulto, un uomo o una donna, colpevole o innocente. Le tenebre sono quelle della notte o di una prigione?
Capisci solo una cosa, e tanto più intensamente dal momento che è il tuo unico bagaglio: sei vivo. Più di così non lo sei mai stato: sei vivo e basta. In che consiste la vita all'interno di questa frazione di secondo in cui hai il raro privilegio di non avere identità?
In questo: hai paura.
Non c'è libertà più grande di questa breve amnesia del risveglio. Sei un neonato che conosce il linguaggio. Puoi assegnare un vocabolo alla scoperta senza nome della nostra nascita: sei scaraventato nel terrore della vita.
Durante questo intervallo di pura angoscia, non ti ricordi nemmeno che al risveglio è possibile che si verifichino simili fenomeni. Ti alzi, cerchi la porta, ti senti smarrito come in albergo.
E poi i ricordi reintegrano il corpo in un baleno restituendogli quanto gli fa da anima. Ti senti rassicurato e deluso: dunque sei questo, dunque sei solo questo.Subito ritrovi la geografia della tua prigione. La mia stanza sfocia nel lavabo, dove mi inondo d'acqua gelata. Cosa cerchi di sfregarti via dal volto, con tutta quell'energia e quel freddo?
Poi riparte il tran tran. A ciascuno il suo: caffè-sigaretta, tè-toast o cane-guinzaglio, il percorso di tutti è organizzato in modo che si abbia meno paura possibile.In realtà, passiamo il nostro tempo a lottare contro il terrore della vita. Per sfuggirgli, inventiamo definizioni: mi chiamo tizio, sgobbo per conto di caio, il mio lavoro consiste nel fare questo e quello.
Sotterranea, l'angoscia avanza con il suo lavoro di trincea. La sua voce non si può completamente imbavagliare. Credi di chiamarti tizio, che il tuo lavoro consista nel fare questo e quello ma al risveglio niente di tutto ciò esisteva. E può darsi che davvero non esista. (Amélie Nothomb)
 
 


 

Il mio passato - Alda Merini


Spesso ripeto sottovoce
che si deve vivere di ricordi solo
quando mi sono rimasti pochi giorni.
Quello che e’ passato 
e’ come se non ci fosse mai stato.
Il passato e’ un laccio che
stringe la gola alla mia mente
e toglie energie per affrontare il mio presente.
Il passato e’ solo fumo
di chi non ha vissuto.
Quello che ho gia’ visto
non conta piu’ niente.
Il passato ed il futuro
non sono realta’ ma solo effimere illusioni.
Devo liberarmi del tempo
e vivere il presente giacche’ non esiste altro tempo
che questo meraviglioso istante